Il loro obiettivo principale consiste nell’attirare l’attenzione su cattive condotte, azioni illegali o comportamenti non etici, ovvero su situazioni che di norma non sono di dominio pubblico. Spesso i whistleblower rischiano tantissimo: in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, non godono di una protezione sufficiente contro il licenziamento o altri svantaggi personali.
Quali sono i casi tipici segnalati dai whistleblower?
Gli scenari sono tanti e diversi, ma molto spesso le segnalazioni interessano questi ambiti:
- Corruzione
- Discriminazione e molestie sul posto di lavoro
- Violazioni della legge e reati penali
- Violazioni dei diritti umani
- Corruttibilità attiva e passiva
- Mala amministrazione o mala gestione
- Insider trading
- Uso improprio dei dati
Queste azioni possono celare rischi e conseguenze di proporzioni diverse per i dipendenti, le aziende o interi Paesi. È quindi fondamentale che i comportamenti non etici vengano portati alla luce, per impedire che singole persone e aziende si arricchiscano illecitamente o commettano altri crimini senza alcuna conseguenza penale.
Whistleblower famosi e il loro ruolo per la società
Un esempio molto famoso è quello di Edward Snowden che ha rivelato le pratiche di sorveglianza e spionaggio globali della NSA, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. Inizialmente Snowden sperava di ottenere asilo politico in Germania, poi ha richiesto la cittadinanza russa; ormai sembra escluso un suo ritorno in patria.
I cosiddetti Panama Papers hanno portato alla luce evasioni fiscali per milioni di dollari, mentre il whistleblower Christopher Wylie ha denunciato le manipolazioni nella campagna elettorale statunitense da parte della società di analisi dei dati Cambridge Analytica.
Anche il caso di Chelsea Manning (che al momento dei fatti si chiamava Bradley) è molto famoso: l’attivista ha inoltrato informazioni militari segrete alla piattaforma Wikileaks di Julian Assange, mettendo in difficoltà il governo e i servizi segreti degli Stati Uniti.
E come non ricordare il Watergate, che nel 1974 costò la presidenza a Richard Nixon e che rimane uno dei maggiori scandali della politica mondiale? Senza il whistleblower Mark Felt probabilmente non sarebbe mai successo.
Anche Daniel Ellsberg, che nel 1971 passò informazioni segrete al New York Times, è uno dei whistleblower più famosi della storia. Pubblicando i “Pentagon Papers” mostrò a tutto il mondo che il governo statunitense non aveva raccontato al popolo americano tutta la verità sulla guerra del Vietnam.

Whistleblower e diritto del lavoro: quando i dipendenti cambiano bandiera
CHI INVIA UNA SEGNALAZIONE DEVE TEMERE DI PERDERE IL LAVORO?
In Germania la lealtà nei confronti del datore di lavoro è molto sentita, il che complica le cose per i whistleblower. Sono poche le regole che tutelano in modo esplicito i segnalatori di illeciti da possibili rappresaglie, come il licenziamento in tronco. Ad esempio, finora la legislazione tedesca impone l’obbligo legale di creare sistemi di compliance solo per alcuni settori, come quello finanziario e bancario.
Le leggi in Europa
I pionieri di leggi a tutela dei whistleblower in Europa sono Francia e Regno Unito: in questi Paesi esistono già leggi che proteggono i segnalanti e che all’interno di aziende e organizzazioni promuovono una mentalità e una cultura orientata alla segnalazione di atti illeciti e irregolarità.
Come aiutare e proteggere i whistleblower in maniera più efficace?
Un sistema di whistleblowing permette a dipendenti, clienti e fornitori di inviare segnalazioni in modo sistematico e riservato, di stabilire un dialogo protetto con chi fornisce le informazioni e di elaborare e documentare la comunicazione.
I sistemi di segnalazione sono pertanto uno degli strumenti più efficaci per prevenire e indagare sui casi di corruzione e cattiva condotta. In tutto il mondo, il 39% circa delle frodi all’interno di aziende e organizzazioni viene rivelato da whistleblower (ACFE: Report to the nations, 2016).
Verso il recepimento della Direttiva UE sul Whistleblowing in Italia
La Direttiva UE sul whistleblowing rappresenta una tappa storica per la protezione dei whistleblower, in quanto tutte le aziende con più di 50 dipendenti e le istituzioni pubbliche e i comuni con almeno 10.000 abitanti nell’Unione Europea sono tenuti a introdurre un sistema interno di whistleblowing. Il 17 dicembre 2021 è scaduto il termine per il recepimento della nuova normativa, che sarà oggetto di discussione dei vertici governativi in Italia in questi mesi. Le aziende italiane, in particolare quelle con 250 o più dipendenti, devono adeguarsi in modo tempestivo ai requisiti e agli obblighi previsti dalla Direttiva.
La nuova normativa europea prevede un sistema di segnalazione a tre livelli:
- Innanzitutto i dipendenti devono rivolgersi al proprio datore di lavoro attraverso i canali di segnalazione interni.
- Se la segnalazione interna non porta alcun frutto, il whistleblower può rivolgersi alle autorità competenti che hanno tre mesi di tempo per rispondere o continuare le indagini.
- In ultima istanza, i segnalanti possono anche segnalare pubblicamente i loro sospetti. Una rivelazione pubblica può apportare notevoli danni economici e reputazionali all'azienda.
Pertanto, le aziende dovrebbero giocare d’anticipo introducendo sistemi di segnalazione efficaci.